Porto San Giorgio
Cuore pulsante di molti scambi dell'intero territorio fermano soprattutto con Venezia. Il primo centro abitato lo dobbiamo ad un esiguo nucleo di pescatori che si stabilirono in questa zona dopo l’avvento dei barbari. Tale centro nel 1164 passò al Capitolo dei canonici del Duomo di Fermo, che, a loro volta, cedettero il castello al comune di Fermo nel 1266. Nel 1267, grazie all’intervento del podestà di Fermo, il veneziano Lorenzo Tiepolo (futuro Doge della Serenissima), il castello subì delle modifiche assumendo un duplice aspetto: da una parte fortezza contro i pericoli provenienti dal mare e dall'altra sentinella a difesa della giurisdizione fermana sulla costa. Nel 1362, viste le incursioni turche nell’Adriatico, con il permesso di Giovanni Visconti d’Oleggio, signore di Fermo, fu eretta, a difesa del porto, una fortificazione che viene scandita ad intervalli regolari da delle torri merlate. Il baluardo (oggi in parte ancora visibile) venne realizzato parallelo alla costa per chiudersi alle due estremità da ulteriori mura che correvano fino al mare, il quale arrivava dove oggi troviamo la statale adriatica. Lungo i due muraglioni laterali, a protezione della vasca navale, erano state aperte tre arcate a sesto acuto, quasi totalmente demolite nel ‘900.
Nel 1741 la Congregazione Fermana stabilì che Porto San Giorgio fosse considerata un castello distinto da Fermo e nel 1782 il Governo Pontificio concesse il possesso dei territori che vanno dal Tenna all’Ete.
L'autonomia comunale di Porto San Giorgio risale al periodi Napoleonico. Mentre il nome attuale gli venne dato da Papa Pio IX nel 1857 in occasione della visita del pontefice nel territorio fermano.